Per implantologia s’intende quell’insieme di tecniche chirurgiche atte a riabilitare funzionalmente un paziente cui mancano uno o più denti. Gli impianti dentali sono elementi metallici inseriti chirurgicamente nell’osso mandibolare o mascellare realizzati in modo da permettere la connessione di protesi mobili, capsule o ponti. Tali impianti sono generalmente realizzati come una vite in titanio che andrà a formare una radice artificiale per sostituire quella di un dente perso.

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Indicazioni

DENTE SINGOLO:  Nel caso di un dente singolo mancante si inserisce un impianto sul quale verrà applicato una corona in ceramica. La corona può avere la base in titanio o ossido di zirconio.

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DUE O PIU’ DENTI: Quando mancano più denti si possono inserire più impianti per sostenere un ponte fisso in ceramica. Il ponte può avere una struttura portante in titanio o zirconio e può essere avvitato o cementato sugli impianti.

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EDENTULIA TOTALE: Quando in un’arcata dentale mancano tutti i denti, si può scegliere una soluzione fissa o mobile.

Mobile: in questo caso si inseriscono due o quattro impianti sui quali si applicano dei bottoni o una barra che darà ritenzione a una protesi mobile totale.

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Fissa: nel caso si scelga la soluzione fissa, si inseriscono da quattro a otto impianti (secondo il caso) sui quali si avvita un ponte che rimarrà fisso in bocca. Il ponte può essere realizzato in resina o ceramica e avrà una base in titanio o zirconio.

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PROCEDURA

La prima fase della cura consiste nell’inserimento dell’impianto nell’osso. Si solleva la gengiva nella zona interessata e si crea una sede nell’osso attraverso una serie di frese calibrate. L’impianto è inserito e la gengiva viene suturata. L’intervento avviene in anestesia locale ed è normalmente indolore.

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La seconda fase è la riapertura e consiste in un piccolo taglio nella gengiva attraverso il quale si va a scoprire l’impianto e la sua filettatura interna alla quale si connette la parte protesica. Vengono poi prese delle impronte che l’odontotecnico utilizza per realizzare il ponte o la capsula. Dopo aver provato tutte le componenti dell’artefatto, questo sarà poi avvitato o cementato in bocca.

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Un altro approccio è quello one-stage in cui non si sutura la gengiva sopra l’impianto alla fine del primo intervento. Si evita così il secondo intervento di riapertura. La scelta tra l’approccio in due fasi o a fase unica dipende da diverse situazione che saranno valutate dal chirurgo che esegue l’intervento.

TEMPISTICA

Alla scuola svedese si deve la metodica di osseointegrazione, sviluppata per primo dal dott. Branemark, basata sul carico differito e tesa a rendere più controllabile il successo dell’intervento implantologico: prevede l’utilizzo di impianti endossei a vite, con carico differito, ovvero attesa 3 mesi in mandibola (inferiore) e 6 in mascella(superiore). Negli ultimi anni si sono ridotti di parecchio questi tempi di attesa, fino a 6 settimane, con risultati ottimali. Solo in casi dove ci sono delle complicazioni, come la necessità di eseguire interventi di rigenerazione ossea, si osservano ancora dei tempi più lunghi.

Carico immediato
In alcuni casi di condizioni favorevoli si ha ormai la possibilità di inserire la parte protesica (capsule o ponti) entro 48 ore dall’intervento. Spesso nella stessa giornata della chirurgia si inserisce già una protesi provvisoria perfettamente funzionale.
I casi in cui i risultati del carico immediato sono maggiormente studiati e documentati sono quelli di edentulia totale, sia superiore sia inferiore.